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Eco e la generazione perduta

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Messaggio  Komir Dom Giu 06, 2010 2:09 pm

“Credo che la mia generazione sia stata molto fortunata, poiché la guerra è finita quando avevamo 13 o 14 anni. Abbiamo vissuto l’espansione economica. Abbiamo avuto tutto. [...] La nostra è stata una generazione che dovrebbe vergognarsi della propria fortuna. Ci hanno offerto tutte le possibilità. [...] Ciò spiega pure il tremendo paradosso per il quale la mia generazione continua a stare al potere: dovremmo già stare in un ospizio, dovrebbero stare al potere i 30enni o al massimo i 40enni. Ma il fatto è che noi non vogliamo restare al potere, ce lo chiedono, ne siamo obbligati…
[…] Siamo condannati a restare al potere, poiché le generazioni successive non hanno avuto le nostre stesse opportunità“.
Così l’intellettuale Umberto Eco, in un’intervista a “El Pais” passata sfortunatamente inosservata in Italia. Può qualcuno permettersi di difendere così sfacciatamente il sistema di potere gerontocratico italiano? Quanti giovani sono costretti alla fuga all’estero da una tale mentalità? Come si può far capire a Eco e ai suoi coetanei -una volta per tutte- che nessuno li obbliga a restare? E che, al contrario, i giovani di questo Paese chiedono -da anni e disperatamente- un ricambio generazionale reale, basato sul merito?

Fonte: Sergio Nava
Link: fugadeitalenti.wordpress.com
http://nuovediscussioni.blogspot.com/2010/06/eco-e-la-generazione-perduta.html

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